mercoledì 21 dicembre 2011

allegato LETTERA DENUNCIA AL COMUNE

Gentili tutti/e, scriviamo una lettera indirizzata all'opinione pubblica della nostra città per denunciare le condizioni dei dipendenti del terzo settore e del walfare della città di Torino.
Come molti sapranno la nostra città è all'avanguardia in Italia per i servizi offerti alle persone in difficoltà siano esse minori o adulti, con una copertura nell'affrontare il disagio sociale molto ampia e capace. Quello che l'opinione pubblica non sa è che questi servizi, previsti per legge a carico della pubblica amministrazione, spesso e volentieri sono forniti dal personale esternalizzato organizzato in forma di privato sociale con cooperative o aziende.
Gli esternalizzati svolgono un lavoro da pubblici ufficiali, spesso direttamente in situazioni di front office (e quindi a stretto contato con l'utenza), ma non percepiscono lo stipendio del personale statale ed il loro impiego è sempre in scadenza determinato dalle gare d'appalto degli enti pubblici.
È soprattutto grazie allo spirito di sacrificio di questo personale; ribadiamo sempre alle strette tra miseri stipendi, la necessità di far sopravvivere la propria piccola cooperativa e quella di offrire un servizio dignitoso all'utenza; che i servizi nella città di Torino funzionano e offrono un'accoglienza minima al disagio sempre crescente della società contemporanea.
Nell'ultimo anno però l'ingranaggio si è bloccato: anche nel walfare torinese è piombata la crisi ed il comune di Torino, uno dei comuni più indebitati d'Italia non certo a causa dei suoi cittadini, con i conti sempre più in rosso non può far altro che calare una scure ed iniziare a ritardare i pagamenti delle fatture per i lavori effettuati per proprio conto dalle società terze.
Dai 60 giorni previsti per legge si giunge a 3,4,5 a volte anche 6 mesi di pagamenti arretrati. Insomma e come se uno andasse dal macellaio ed al momento di pagare dicesse “Mi tengo lo scontrino così ti pago tra 200 settimane”
Questa scelta ha effetto come un domino e passando dalle cooperative che finiscono in crisi non essendo più pagate, anzi alcune falliscono, fino ai singoli lavoratori che hanno stipendi a singhiozzo e spesso devono intervenire finanziariamente di tasca propria per evitare il fallimento delle proprie cooperative.
Ora noi tre dipendenti di una cooperativa che rischia il fallimento e che ci deve ben tre stipendi arretrati a causa di questo meccanismo perverso siamo stanchi di subire questa situazione e chiediamo al comune ed al sindaco Fassino di assumersi le proprie responsabilità: noi non siamo volontari i nostri stipendi ci servono per vivere e mandare avanti le nostre famiglie.
Abbiamo cercato più volte un confronto su questi temi con l'assessore precedente ed attuale dei servizi sociale e della famiglia, con iniziative personali e tramite i sindacati: non siamo mai stati ricevuti neanche per essere ascoltati.
Ora abbiamo deciso di denunciare il comune non avendo altro strumento che quello legale per vedere riconosciuto quello che ci spetta di diritto ovvero veder pagato il nostro lavoro.
Non facciamo questo gesto a cuor leggero, ma con la dignità di chi sa di avere ragione e di dover ricorre alla forza giudiziaria per far valere i propri diritti, esclusivamente perchè il comune si è totalmente disinteressato in questi mesi di tutte le famiglie rimaste senza reddito, si è disinteressato di chi mette il proprio impegno e sudore per offrire alla città i servizi pubblici che spettano ai cittadini.

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