martedì 27 marzo 2012

RETE SAN PRECARIO TORINO

La crisi ha un merito: fa comprendere che il mondo del lavoro e del non lavoro stanno sulla stessa barca, e che rischia di affondare. Operai, migranti, atipiche, partite Iva mono-committenti, studenti, disoccupate, tutte e tutti precari. E la precarietà è allo stesso tempo unificante e frammentata. Unificante perché è il modo attuale dello sfruttamento insito nel rapporto di lavoro, fatto di subalternità e ricattabilità. Frammentata, perché ognuno la percepisce in modo diverso. Come reagire? Le forme sindacali non sono adeguate e le proposte dei partiti politici “amici” (si fa per dire) fanno acqua da ogni parte. La cassaintegrazione è scambismo politico e sperequazione.

Serve una prospettiva. Sul debito, è imprescindibile rinegoziare quella parte che si può definire “odiosa” e “illegittima”: noi il debito non lo paghiamo, organizziamo le pratiche del diritto all’insolvenza! Sul lavoro è necessario osare: salario minimo orario, aumenti salariali, riduzione delle tipologie contrattuali (e non un nuovo contratto che rende inagibile l’art 18), un reddito di base incondizionato come sostegno al reddito che sostituisca gli ammortizzatori attuali distorti e iniqui, un welfare del comune per l’accesso a casa, mobilità, conoscenza, energia, acqua: beni comuni sociali.
 

Il 31 marzo saremo a Milano al corteo nazionale contro il debito, 
una prima occasione per dar voce a quel 99% escluso dal tavolo delle trattative e sul quale ricadrà i costi di questa riforma.

Per uno spezzone metropolitano della ri/generazione precaria
Milano, 31 Marzo 2012, ore 14 piazza medaglie d’oro

Rete San Precario Torino
349 8467884

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